domenica 19 maggio 2013

Una serata fuori dal comune ...

Una cena al buio

I nostri amici dei Cantori riescono a dare il meglio di loro durante i concerti anche perché sono un gruppo molto affiatato. E questo affiatamento si sviluppa pure dopo le prove e le loro esibizioni ma sicuramente pure in momenti particolari come quello vissuto ieri sera.

Un gruppetto di coristi con alcuni famigliari, ci siamo trovati presso la Sala Moscacieca di Casa Andreina della UNITAS, Associazione ciechi e ipoventi della Svizzera italiana, per una cena al buio.

Accolti da Simona e Luigi, a gruppetti siamo stati accompagnati in una sala completamente buia dove d'un tratto ti rendi conto che specialmente  l'udito e il tatto diventano essenziali per poterti orientare e condividere il mondo con gli altri.

L'ambiente si presentava davvero così!

Quindi a "tastoni" ti siedi al posto assegnato e cerchi con le mani le posate, il tovagliolo, i bicchieri, la bottiglietta dell'acqua, il pane; provi a riempirti un bicchiere con l'acqua.
Poi arriva la prima portata, allora annusi, provi a tagliare, ascolti i compagni che commentano: è una lasagna, no è un pasticcio di verdure, è piccante, no agrodolce! Prendi le prime forchettate ma in bocca non arriva niente! Allora metti un dito nel piatto (tanto non ti vede nessuno!) e ti aiuti così a riempire la forchetta e a mangiare.
È effettivamente un po' piccante, ci vuole un goccio di vino. Chiami Luigi e lui ti riempie il calice: bere è più semplice ma attenzione quando riponi il bicchiere.
L'ambiente è bellissimo, intoniamo il nostro inno a Bacco: dal fondo della sala arrivano degli applausi. Sono di una famiglia i cui figli hanno invitato i loro genitori per una serata diversa.

È strano, non ci si vede e tutti hanno tendenza ad alzare il tono della voce come a voler compensare la mancanza del contatto visivo e per attirare l'attenzione di uno o dell'altro commensale.

La cucina chiama, Simona e Luigi ci portano il piatto principale: fiuti, senti il caldo vapore che si leva, "tasti" con le posate, questa volta la forchetta "carica" qualche cosa più facilmente, si tratta di purea di patate e poi cerchi (magari ancora con l'indice!) e trovi della carne; la tagli ma una volta il pezzetto di  filetto è come un cinque centesimi, la volta dopo come un cinque franchi. Non è affatto evidente "dosare" le forchettate.
Tra un boccone  e l'altro facciamo ancora qualche canto, qualcuno racconta una barzelletta,  ci si scambia qualche battuta, qualche impressione.
I nostri gentilissimi camerieri ci raccontano anche della loro situazione: la giovane Simona, già campionessa svizzera di tiro con la carabina, ipovedente dopo un incidente e Luigi  diventato cieco a trent'anni a causa del diabete. Ma sono proprio loro che con il loro spirito, la loro gioia creano questo bel ambiente.

Il tempo corre via velocemente e siamo già al dessert: è freddo, sarà gelato! ma il vicino dice che lui ha una crema! quello di fronte trova dell'ananas! Hanno tutti ragione: è un ottimo tris di gelato, ananas e tortino tiepido.

E siamo così giunti al caffè che con stupore di tutti viene servito ... al lume di candela! Prendiamo così visione della sala, dell'arredo, della distribuzione dei tavoli, dell'occupazione dei posti e tutti si rendono conto come sia decisamente difficile solo immaginare senza vedere.
La cena è terminata ma nessuno ha fretta di partire. Anzi ci ritroviamo al bar a scambiarci le impressioni e a sentire altri particolari della vita di persone meno fortunate di noi come Simona e Luigi.

È stata una bellissima serata e come ha detto Paola "Certo un gruppo affiatato come il nostro ha permesso di divertirsi pure molto, ma poi rimangono altre sensazioni e riflessioni più serie che aiutano molto a comprendere sia il mondo sia le persone che vivono con questo handicap".

Rivolgiamo quindi un grande ringraziamento alla UNITAS per questa lodevolissima iniziativa, allo chef Sandro per l'ottima cena, al barista Giorgio e soprattutto a Simona e a Luigi che oltre alla signorilità nel servirci ci hanno riconfermato che la vita è degna di essere vissuta anche in mancanza della vista e che noi più fortunati spesso ci lamentiamo per inezie.

E chissà che da tanto nasca tanto e che un giorno non si possa organizzare qualche cosa di molto particolare come un concerto al buio. Sarebbe sicuramente una grossa sfida per i cantori, per il loro maestro e per tutti coloro che volessero per una volta ascoltare senza essere distratti dal vedere.

C'è sempre una luce che brilla per ognuno di noi!

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